Livorno, tra medaglie e qualche preoccupazione- Pag 5 sett 2019
Vittorie agonistiche, solidarietà sociale ma anche percentuale ancora troppo alta di ragazzi inattivi
Cinquecentocinquantotto medaglie tra olimpiadi e campionati mon- diali ed europei a livello assoluto sono il bottino di questo finale di stagione, con l’ultima medaglia portata in dote da Sarah Fahr nella pallavolo agli eu- ropei. Ma molte sono state le soddi- sfazioni anche nei più giovani che fan- no ben sperare per un 2020, anno del- le Olimpiadi dove l’obiettivo deve es- sere quello di aumentare la partecipa- zione di atleti livornesi che a Rio nel 2016 è stato di nove atleti e quattro tecnici risultando la prima città italia- na nel rapporto tra abitanti ed atleti partecipanti.
“Il 14 % dei bambini delle scuole primarie non svolgono alcuna attività sportiva, un dato assai preoccupante”
Ma è stata anche una stagione che ha dimostrato come lo sport può rap- presentare un grande veicolo di socia- lizzazione ed integrazione. Abbiamo alfieri come Mauro Martelli e Marco Lombardi, ma molti altri, che non per- dono occasione per divulgare il verbo dello sport in tutte le più svariate occa- sioni. Abbiamo la conferma che oggi lo sport rappresenta veramente un vei- colo determinante per aiutare i meno fortunati ad integrarsi.
Progetti finanziati dalla Fondazione Livorno vedono come aspetto prima- rio lo sport, attività fondamentale per lo sviluppo e l’aggregazione: i centri estivi “Tutti insieme per un goal” con i coinvolgimento dei giovani studenti delle scuole superiori, tutor dei ragaz- zi, che sta rappresentando veramente un fiore all’occhiello della nostra cit- tà, un progetto fortemente voluto dal- la professoressa Cecilia Semplici op- pure “La sfida più bella” quel progetto voluto dal nostro Coni con il sostegno della Fondazione Livorno che permette, ai giovani in difficoltà segnalati dal- le varie associazioni del territorio e dai servizi sociali, di svolgere attività nel- le società sportive. Perché tutti deb- bono avere la possibilità di praticare un’attività sportiva soprattutto per in- tegrarsi per crescere socialmente.
Il Coni crede in tutto ciò, ogni anno, questo sarà il diciottesimo, svolgere- mo il Gioco Sport, quella attività mo- toria e sportiva dov’è il bambino è al centro del progetto, dove il bambino può conoscere le varie discipline spor- tive e scegliere quella che preferisce. Perché tutti diamo per scontato che a Livorno, la città più medagliata, lo sport scorra nelle vene ma i dati in no- stro possesso dimostrano che ben il 14 % dei bambini delle scuole prima- rie non svolgono alcuna attività sporti- va, un dato assai preoccupante soprattutto per una fascia di bambini dai sei agli undici anni, un dato su cui riflet- tere per il bene dei nostri ragazzi che prima di tutto debbono formarsi e suc- cessivamente diventare grandi e pos- sibilmente atleti. Dobbiamo cercare di lavorare in funzione loro, pensando esclusivamente all’interesse primario di formarli attraverso lo sport a quei
valori, a quel rispetto, a quei principi che lo sport può insegnare loro con il divertimento, la gioiosità, il sorriso e senza l’apprensione di un risultato tec nico.
Lo sport deve essere una colonna nella formazione dei nostri giovani, spetta a noi adulti diffonderlo nelle ri- cerca di una integrazione e socializza- zione. Lo sport è una scuola di vita, succes- si e sconfitte, dolori e gioie saranno ciò che i ragazzi dovranno imparare a ge- stire perché tali saranno anche nella vita quotidiana.
“Lo sport deve essere una colonna nella formazione dei nostri giovani, spetta a noi adulti diffonderlo”
Il bottino livornese nella storia ha raggiunto quota 558 medaglie tra olimpiadi e campionati mondiali ed europei a livello assoluto
Giovanni Giannone Delegato Provinciale CONI |